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eCommerce: significato e origine del termine
Il termine eCommerce è ormai entrato nell’uso comune – oggi la maggior parte delle persone sa ormai di cosa stiamo parlando. Ma se andiamo a fondo a ricercare le radici della parola, potremmo stupirci della complessità di pensiero che implica.
Il termine inglese e-commerce o eCommerce che scriver si voglia, è l’abbreviazione di electronic commerce, commercio elettronico). Per “electronic commerce” si intende il processo di acquisto e vendita di beni/servizi tramite il web.
Treccani definisce la parola ecommerce come “Transazione e scambio di beni e servizi effettuati mediante l’impiego della tecnologia delle telecomunicazioni e dell’informatica (internet, intranet, personal computer, televisione digitale ecc.).”
L’atto di acquistare un bene o un servizio viene così scollegato dalla sua componente fisica, grazie alla smaterializzazione delle forme di pagamento. Nonostante la componente immateriale dei negozi online, nel processo che ci porta a capire come aprire un negozio online, dobbiamo creare un ambiente di esposizione dei prodotti/servizi, un flusso di navigazione ed una struttura che hanno molto a che fare con il mondo reale e fisico. Con tutti i vantaggi e le limitazioni che l’ambiente digitale comporta.
Come aprire un negozio online: la situazione di partenza
Come in ogni impresa economica, il punto di partenza è essenziale. Vediamo alcuni scenari possibili:
- Sei già proprietario di un negozio fisico dove i clienti comprano e vuoi partire con le vendite online;
- Sei un grossista, hai un magazzino B2B, ma adesso hai capito che ci sono maggiori opportunità di guadagno e vuoi arrivare al cliente finale;
- Non sei titolare di alcun negozio/magazzino, ma sei un esperto di quel settore, per cui conosci prodotti, fornitori, tendenze di mercato;
- Non sei esperto, ma sei un imprenditore e ti lanci in una nuova avventura. In questo caso hai assoluto bisogno di un team di specialisti di prodotto, marketing, vendite e assistenza clienti (ne hai bisogno anche nei casi 1-2-3, ma potresti avere internamente o tu stesso alcune di queste competenze);
- Non sei un imprenditore, non hai soldi. Non aprire un ecommerce (il dropshipping ti porta da poche parti, a meno che tu non sia un super influencer, ma in quel caso avresti i soldi).
Le differenze tra un ecommerce amatoriale e un ecommerce professionale
Aprire un e-commerce può sembrare un gioco da ragazzi. Al giorno d’oggi si moltiplicano le piattaforme per la costruzione di siti fai-da-te, i consigli e le guide per cominciare facilmente a vendere su internet. Non importa come, dove e quando, basta vendere.
Quello a cui spesso non pensiamo è che dietro alla creazione di un business online ci sono professionalità varie e altamente specializzate. Professionisti il cui contributo difficilmente può essere sostituito dalla Guida su Come Aprire un eCommerce di Salvatore Aranzulla (senza nulla togliere alle sue guide fatte sempre molto bene).
La semplicità a livello di user experience di internet e degli e-commerce in generale, non rende l’idea della complessità di questo strumento.
Errori Comuni: Sottovalutare e Banalizzare
Uno degli errori più frequenti è quello di non prendere in considerazione il lato strategico della creazione di un ecommerce. Questo aspetto è invece fondamentale per la buona riuscita del negozio online e del proprio business in generale. Saper analizzare il mercato di riferimento ed elaborare un pensiero strategico fa la differenza tra un e-commerce professionale e uno da autodidatta, amatoriale. Tra uno che funziona e guadagna e uno che fa un buco nell’acqua.
Cosa si intende per pensiero strategico? Significa avere ben chiaro il tipo di impresa che si vuole mettere in piedi, saper redigere un business plan. Conoscere quali costi bisognerà affrontare e saper fare tutta una serie di valutazioni strategiche di natura economica e manageriale.
Il discorso potrebbe essere più vasto, esistono interi corsi universitari in merito e non è possibile liquidare in poche parole un argomento così ampio.
Cosa vuol dire aprire un negozio online?
Per dare un’idea più concreta di quali possono essere le criticità da affrontare nella creazione di un ecommerce si può fare riferimento all’apertura di un negozio fisico.
Infatti, aprire un ecommerce è come aprire un negozio fisico. Bisogna affittare un fondo, ristrutturarlo se serve, abbellirlo, fare pubblicità per attirare nuovi clienti, ecc. Non solo, il fondo deve trovarsi in una buona zona trafficata, ben raggiungibile dai mezzi di trasporto che devono ricaricare il magazzino. Sarà necessario essere a posto con tutti gli aspetti legali e contrattuali del possedere un fondo commerciale.
Quando si parla di una piattaforma di vendita su internet si affrontano necessità simili.
È necessario comprare un dominio, scegliere un CMS come Shopify, Magento o WooCommerce.
Personalizzare l’interfaccia e popolare la piattaforma con contenuti testuali e visivi. Creare video e immagini dei prodotti. Creare schede prodotto, product description con testi descrittivi e bullet point per far emergere i tratti salienti del singolo articolo.
Per tutto ciò avrai bisogno di almeno 4-5 diverse figure specializzate: un grafico, un front end developer, un copywriter, un SEO specialist e un fotografo e/o video maker).
Ma passiamo ora a fornire qualche spunto più concreto su come aprire un ecommerce di successo o aumentare le vendite online per chi un negozio online già lo ha.
Quanto costa aprire un e-commerce
Per capire quanto costa un ecommerce non bisogna solo porsi il problema del prezzo della registrazione del dominio e dell’abbonamento alla piattaforma, WordPress/Woocommerce, Joomla, Magento, Prestashop, Shopify, Drupal, o Big Cartel che sia.
Il costo del CMS è sicuramente una delle voci che concorrono nella definizione del prezzo di un e-commerce, ma ne rappresenta solo una parte.
Nel piano dettagliato di creazione del negozio online devono essere inclusi i costi relativi alla crescita, all’incremento del fatturato. Stiamo parlando delle voci dedicate alle campagne di marketing, alle relazioni con la stampa e il digital PR, alla creazione contenuti organici per il sito ed i social network, ai budget dedicati alla gestione di campagne di advertising.
Materialmente sembra facile: per aprire un negozio online di successo è necessario prendere in considerazione tutti i costi relativi all’hosting, all’abbonamento al CMS, ai possibili plugin a pagamento che possono rivelarsi necessari e poi alla componente umana.
Tutto questo senza calcolare i costi di produzione e spedizione dei beni/servizi oggetto dell’offerta, il possibile packaging e, appunto, la pubblicità.
Quale piattaforma e-commerce scegliere
Qui alcuni consigli sulle piattaforme e-commerce che utilizziamo più spesso. Oggi, rispetto a quindici anni fa, il ventaglio di scelte si è ampliato notevolmente.
Le piattaforme di commercio elettronico più usate nel 2022 sono Shopify, Wix, WooCommerce, Magento, Squarespace e Prestashop.
Di seguito una panoramica sulle principali piattaforme con le motivazioni che ci spingono a preferirne due in particolare: WordPress/ WooCommerce e Shopify.

Piattaforme e-commerce: Magento, Wix Commerce, Squarespace e Prestashop
Iniziamo partendo da alcuni difetti delle piattaforme minori come Squarespace e Wix Commerce, che risultano difficilmente personalizzabili e per questo sono adatte a negozi online di piccole dimensioni, con volumi di traffico minimi.
All’opposto abbiamo Magento, il colosso degli e-commerce. Un sistema che al giorno d’oggi per molti è troppo costoso e molto difficile da programmare. Infine Prestashop, fino a qualche anno fa una piattaforma sicura e affidabile. Oggi un sistema con alcune lacune a livello grafico poco compliance rispetto ai parametri dell’internet che Google sta disegnando per il 2023-2024.
Ecco che arriviamo a prendere in considerazione Shopify e Woocommerce. Tra tutte le piattaforme elencate sopra, queste due sono quelle che offrono performance migliori a prezzi sostenibili.
WooCommerce e Shopify
Un primo grande punto a favore di Woocommerce è che si basa sulla piattaforma web open source più utilizzata al mondo: WordPress. Si tratta infatti di un’estensione di WordPress e offre la possibilità di integrarsi con migliaia di altre soluzioni (come Facebook, Mailchimp, Amazon e altri).
Inoltre possiede un’ampia possibilità di personalizzazione ed è semplice da utilizzare. Il più grosso malus è quello relativo ad una maggiore vulnerabilità. Trattandosi della piattaforma più utilizzata, è anche quella più hackerabile. Ciò non toglie che al mondo esistano centinaia di milioni di siti web realizzati con WordPress e Woocommerce, piattaforme sicure ed affidabili in grado di garantire entrate sicure ai loro proprietari.
Di contro Shopify è un SaaS a pagamento, che offre la possibilità di accendere diverse tipologie di abbonamento in base alla mole di vendite dell’e-commerce stesso.
Si tratta di uno strumento abbastanza semplice. Dopo una prima impostazione del negozio online, il backend risulta intuitivo. Come WooCommerce, anche Shopify rende possibile un ampio margine di personalizzazione.
Gli step analitici per capire come aprire un e-commerce di successo
Come abbiamo già detto la parte strategica è fondamentale per la creazione di un e-commerce professionale e di successo.
Bisogna innanzitutto avere ben presente il proprio business, solo a quel punto è possibile procedere con le varie fasi di analisi e costruzione
1. L’analisi di mercato
Per citare una frase celebre tratta dall’arte della guerra di Sun Tsu: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Il punto su cui vogliamo rivolgere la nostra attenzione è la conoscenza e l’analisi dei competitor. Lo studio della concorrenza è necessario per conoscere il mercato all’interno del quale vogliamo inserirci.
Prima di prendere in considerazione i nostri possibili competitor, uno strumento interessante che può restituirci una mappa degli argomenti e degli interessi del popolo di internet è Google Trends.
2. Cosa vendere online? Le risposte di Google Trends
Google Trends è uno strumento che permette di conoscere la frequenza di ricerca sui browser di una determinata parola o frase. Grazie a questo strumento è possibile avere una panoramica degli interessi degli utenti su internet in un determinato momento. Si può impostare la ricerca per nazione e per lingua e i trends, ovvero le “tendenze”, sono mostrati accompagnati da un grafico che sintetizza l’andamento della sua popolarità nel tempo.
Perché utilizzare Google Trends per capire cosa vendere online per guadagnare?
Questo strumento può esserci utile per scovare nuove opportunità di mercato o capire meglio quale potrebbe essere il percorso di ricerca dei nostri potenziali utenti.
Capire cosa cercano le persone in internet può essere utile e può aprire la strada verso altre considerazioni. Per esempio, scoprire quando e in quali periodi dell’anno viene effettuata una determinata ricerca, importante per il nostro business, potrebbe portarci a scoprire se esiste una stagionalità per alcune ricerche. Oppure potremmo scoprire nuove fette di mercato definite su base geografica che non avevamo preso in considerazione.
Conoscendo gli argomenti più popolari tra gli utenti del web potremmo addirittura carpire bisogni che ancora non hanno una soluzione e pensare di risolverli tramite un prodotto/servizio nuovo, oggetto del nostro nuovo business online.
Lo scenario competitivo online
Passiamo a parlare dei nemici: i competitor. Gli strumenti di internet oggi permettono di analizzare con precisione il rendimento dei siti internet. Non solo grazie ad alcuni strumenti come Google Analytics siamo in grado di raccogliere dati e informazioni utili per il nostro business, ma esistono tool come SemRush e SeoZoom che ci permettono di analizzare i dati di altri siti internet.
Tra le metriche che vengono fornite da questi tool ci sono il traffico, l’autorità di dominio, le parole chiave per cui quel sito è posizionato e quali pagine generano più traffico sul sito.
Grazie a queste informazioni possiamo innanzitutto fare qualche considerazione sul mercato all’interno del quale andiamo a competere. Ma potremmo anche pensare di prendere spunto dai nostri nemici, volgendo la loro bravura a nostro vantaggio.
3. Come ottimizzare il tuo eCommerce: Semrush e Seozoom
Quello che distingue un ecommerce professionale da uno amatoriale è anche l’attenzione al lato SEO.
In una fase preliminare di studio e creazione dell’ecommerce, il team SEO potrà rivelarsi molto utile per prendere decisioni importanti che riguardano la struttura del sito, l’organizzazione delle categorie e dei percorsi di navigazione. Dalla scelta degli URL, ai dati strutturati, dalle scelte più tecniche a quelle di pura User Experience.
Per esempio:
- Scegliere le keyword, le parole chiave giuste è importante. Punto fondamentale per il reparto SEO è lavorare sulle entità per scegliere bene non solo le parole che verranno utilizzate, ma anche le relazioni che innescheranno, nel descrivere il tuo business e fare in modo che incontri i bisogni dei clienti;
- Altrettanto fondamentale è avere un’alberatura chiara del sito. La Sitemap deve essere lineare e rispettare dei criteri stabiliti di chiarezza e usabilità;
- Studio degli URL. Grazie agli URL SEO friendly l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca sarà semplificata.
- Aspetti tecnici come la velocità di caricamento e l’hosting. Ormai gli utenti sono abituati a tempi di caricamento inferiori ai 3 secondi. Un e-commerce lento verrà facilmente abbandonato.
Questi sono punti che puoi approfondire in questa guida sull’ottimizzazione SEO e quello che devi fare per migliorare il posizionamento del tuo sito.
Una volta realizzata la struttura dell’ecommerce, è necessario fare in modo che questo si posizioni nei risultati della ricerca organica su internet per essere trovato dai potenziali clienti. Per fare questo è necessario che il tuo ecommerce sia ottimizzato.
Cosa significa ottimizzare un e-commerce?
Significa portare avanti tutte quelle azioni SEO utili per ottenere una buona indicizzazione da parte di Google. Un conto è indicizzare, cioè far in modo che le pagine siano presenti nei singoli indici del motore di ricerca (Google IT, Google USA, etc), un conto è posizionare. Posizionare contenuti significa fare ranking, scalare le SERP con l’obiettivo di essere primo nella SERP per le parole chiave che hai identificato come query importanti per il tuo business.
Ovviamente riuscirci non è facile, ma bisogna sognare in grande.
Lo strumento principe per monitorare e controllare lo stato dell’indicizzazione e del posizionamento organico del proprio ecommerce sono i webmaster tools, gli strumenti gratuiti che ciascun motore di ricerca mette a disposizione. La Google Search Console, i Bing o Yandex Webmaster Tools, a seconda del mercato di riferimento.
Poi, grazie a tool come SemRush e SeoZoom è possibile identificare e scegliere le parole chiave per cui ci si vuole posizionare e monitorare l’andamento dell’indicizzazione del proprio ecommerce.
Un altro parametro interessante è quello dell’analisi delle sponsorizzate sulle pagine dei risultati. (parametro di competitività e costi medi CPC).
SpyFu, SemRush ed altri tool forniscono dei report che aiutano a valutare la spesa in pubblicità dei competitor e le strategie che adottano.
In questo modo è possibile vedere su quali termini di ricerca i nostri competitor stanno investendo e valutare se è conveniente competere con loro su quelle stesse parole chiave o tentare altre strade. Con gli esempi forniti sugli annunci pubblicitari online dei competitor è possibile prendere spunto e creare un quadro completo.
Le opportunità organiche di penetrazione
SemRush e SeoZoom permettono di comprendere su quali termini di ricerca siamo in competizione a livello pubblicitario e forniscono una panoramica delle opportunità organiche di penetrazione nel mercato.
Andando a osservare le parole chiave, che altro non sono se non query (le frasi inserite nella search bar di Google dagli utenti), possiamo avere una panoramica sui search intent, le intenzioni di ricerca, i bisogni dietro alle parole digitate dalle persone.
Cosa cercano gli umani su internet? Quali parole utilizzano per definire un prodotto o servizio? Il lavoro parte sempre dall’individuazione dei bisogni delle persone. Questo è interessante perché ti colloca nel punto iniziale del Funnel e ti permette di orientarti verso il cliente e le sue necessità.
I vantaggi della SEO su un ecommerce
Fare attività SEO su un e-commerce può portare molti vantaggi, ad esempio:
- Incremento del fatturato, dovuto alla migliore performance di ogni pagina del negozio online. L’e-commerce sviluppato secondo un ottica SEO, sarà in grado di mostrare risultati di ricerca più pertinenti per le ricerche degli utenti, che saranno portati a convertire;
- Generazione del traffico. Un ecommerce ottimizzato dal punto di vista SEO avrà posizionamenti migliori sui motori di ricerca e quindi sarà più cliccato e visitato rispetto agli altri;
- Migliore Brand Reputation del negozio;
- La SEO è un’attività continuativa, ciò significa che la costante ottimizzazione del tuo negozio online ti permetterà di ottenere sempre posizionamenti migliori e, soprattutto, duraturi nel tempo.
La visibilità online e la fiducia dei motori di ricerca sono il frutto di un lavoro continuo e certosino. Per questo è molto importante affidarsi a dei professionisti per capire come creare un ecommerce e ottenere un vantaggio competitivo sulla concorrenza.
Prima di lasciarci, vogliamo introdurre un’innovazione di Google che presto potrebbe cambiare in futuro il mondo degli ecommerce, il programma Scorecard.

Programma Scorecard: cos’è e perché è un’opportunità
Negli USA Google ha introdotto una novità chiamata Google Shopping Experience Scorecard. Con questo programma Google vuole incentivare i commercianti a offrire un’esperienza clienti eccellente.
Google Shopping Experience Scorecard consiste nell’assegnazione di un badge da parte di Google sulle schede prodotto del tuo e-commerce. Le motivazioni per cui un commerciante online dovrebbe aderire a questo programma sono diverse. Innanzitutto questo badge va ad aumentare la visibilità dell’e-commerce nella ricerca di Google Shopping. In secondo luogo, quest’icona può funzionare come un marchio di sicurezza, che infonde fiducia nel cliente.
Perché? Come funziona di preciso lo scorecard?
Per tutti i negozi online che aderiranno, Google si prenderà del tempo per raccogliere dati su quattro aspetti del customer care:
- Tempi di consegna;
- Costo di spedizione;
- Periodo medio per il reso;
- Costo per il reso.
In base ad una griglia di valutazione mutuata da YouTube, i clienti dell’e-commerce potranno valutare con una scala composta da tre opzioni: “eccellente”, “comparabile” e “opportunità” (“Excellent”, “Comparable” e “Opportunity”). In base ai feedback ricevuti dagli utenti dell’e-commerce, Google sarà in grado di stilare una lista di negozi online che offrono i servizi migliori in assoluto e assegnerà i badge.
Questa novità avrà potenzialmente un impatto molto forte sul comportamento di acquisto online. Infatti, possedere un badge Google sarà un motivo di fiducia importante per un ecommerce, un simbolo che indica migliori condizioni di reso e spedizione rispetto ai competitor.
In conclusione, l’introduzione di questo programma potrebbe cambiare il panorama degli e-commerce, poiché potrebbe influire sul comportamento di acquisto dei clienti online, oltre che sul ranking dei prodotti su Google Shopping, se non persino nelle SERP di Google.
Come aprire un ecommerce professionale, allora?
Come abbiamo visto le variabili in gioco sono molte.
Creare un sito di vendita online serio e professionale significa prendere in considerazione un buon investimento iniziale e rivolgersi ad agenzie che siano in grado di gestire ogni passaggio nella creazione dell’e-commerce. Dall’idea iniziale fino alla gestione della comunicazione online e offline.
Esiste un solo modo di fare le cose: bene.
Fare bene significa creare un ecommerce professionale. Per fare bene è necessario coinvolgere le figure giuste e affidarsi alla loro professionalità.
Indice dei contenuti:
- eCommerce: significato e origine del termine
- Come aprire un negozio online: la situazione di partenza
- Le differenze tra un e-commerce amatoriale e un ecommerce professionale
- Quanto costa aprire un e-commerce
- Quale piattaforma e-commerce scegliere
- Gli step analitici per capire come aprire un e-commerce di successo
- Programma Scorecard: cos’è e perché è un’opportunità
- Come aprire un e-commerce professionale, allora?